ll testo prende in esame i fulcri nodali del percorso evoliano dalla filosofia alla magia, dal tantrismo all'alchimia, dalla politica al mondo della "Tradizione" in uno scandaglio che tende ad essere bilancio sintetico dell'itinerario di uno spirito inquieto, eclettico esponente "minore", ma non del tutto marginale né trascurabile nel panorama socioculturale novecentesco
La figura di Julius Evola, intellettuale eterodosso del secolo appena trascorso, rimasta troppo spesso prigioniera delle 'cure' di agiografi e detrattori, ha finito per presentare al semplice lettore e allo stesso studioso che le si sono avvicinati, un quadro artefatto e distorto nel quale diveniva difficile distinguere l'analisi lucida dal giudizio tendenzioso, frutto inevitabile dell'entusiasmo o dell'avversione dell'interprete di turno.
A quarantanni dalla scomparsa di una personalità di indubbio interesse, produttrice di una considerevole mole di scritti (a loro volta oggetto di discreta attenzione esegetica), è parso maturo il tempo per cercare di fare in qualche modo 'il punto' sull'argomento aggiornando i dati finora a disposizione e fornendo ulteriori stimoli alla futura ricerca.
Sono pertanto stati presi in esame i fulcri nodali del percorso evoliano dalla filosofia alla magia, dal tantrismo all'alchimia, dalla politica al mondo della 'Tradizione' in uno scandaglio che tende ad essere bilancio sintetico dell'itinerario di uno spirito inquieto, eclettico esponente 'minore', ma non del tutto marginale né trascurabile nel panorama socioculturale novecentesco nazionale, con influenze e propaggini che si perpetuano ancora, con qualche vitalità, a tutt'oggi, anche al di fuori dell'Italia. |