La questione delle dottrine non scritte ha dato luogo a un vivace dibattito intorno al senso ultimo da attribuire alla filosofia platonica. Questo dibattito, più ricco di quanto si possa pensare, può essere sintetizzato nella contrapposizione di due tesi: l'una, sostenuta dalla scuola di Tubinga, che attribuisce alla dottrina platonica un carattere definitivo e sistematico; l'altra, sostenuta dagli oppositori all'interpretazione di Tubinga, secondo cui la filosofia platonica non può essere considerata come una dottrina dogmatica e chiusa. Inoltre, dalla questione delle dottrine non scritte è scaturita una polemica tra esoterici e antiesoterici che ha portato, negli studi su Platone, l'attenzione sul concetto di "esoterismo". Ma nell'intento di escludere il significato "iniziatico", che è implicito nello stesso esoterismo, i sostenitori del "Platone esoterico" hanno inteso questo aggettivo nell'accezione meramente formale di "relativo alla cerchia dei discepoli interni all'Accademia". D'altra parte eliminare il termine "esoterico" o ignorarne il significato autentico e profondo non serve né a combattere il dilagare della confusione nei riguardi dell'esoterismo né a discriminare ciò che esoterismo non è. Questo libro di Carmelo Muscato non ha l'intento di schierarsi nella polemica tra sostenitori e oppositori della tesi della scuola di Tubinga ma vuole dimostrare che il fine ultimo della filosofia platonica va oltre l'apprendimento di ogni dottrina sia scritta che orale. Il percorso e il traguardo indicati da Platone consistono nel sottrarre l'anima al piano dianoetico, cioè al piano delle ipotesi, delle argomentazioni, della possibilità, in una parola al piano del dubbio, per approdare a una certezza metafisica. Più che negare il carattere iniziatico della filosofia platonica, occorre quindi mostrare che l'essenza dell'iniziazione consiste in una pura conoscenza, la quale non è semplicemente di carattere eruditivo ma comporta un'effettiva realizzazione coscienziale. La distinzione tra nozione mentale e realizzazione coscienziale, spesso trascurata nella filosofia moderna, non solo apporta dei vantaggi alla questione particolare delle dottrine non scritte di Platone, ma da luogo anche a una concezione dell'esoterismo molto feconda e interessante. Spesso il punto di vista esoterico-iniziatico è stato interpretato come qualcosa di contrapposto al metodo scientifico, creando in tal modo una grave frattura che in realtà non sussiste. A tale riguardo così scrive il prof. Mariano Bianca dell'Università di Siena: «è bene sottolineare che un'attenta valutazione, anche di natura epistemologia, porta a sostenere che vi è più esoterismo di quanto si pensi nella scienza, e che vi è più scienza di quanto si pensi nel pensiero esoterico; naturalmente, ciò è vero se non si parte da una posizione pregiudiziale nei confronti dell'uno o dell'altra». |