Questo libro è il dispiegarsi di una crisi esistenziale, di un'ascesi e di un "ritrovarsi". Il tutto sotto forma di un "dialogo realizzativo" dove non c'è competizione, non c'è desiderio, non c'è scarico di tensione ma incontro di due cuori. Antonio ha vissuto ogni sorta di esperienze. senza comunque trovare compiutezza e soluzione ai suoi problemi esistenziali, per cui è Giunto al limite del suicidio. Peregrinando nella "forestadel divenire" incontra Raphael e inizia con lui un "tirocinio realizzativo" che gradualmente si risolve nella trasfigurazione della sua coscienza irrequieta e insoddisfatta. La mèta è alta e difficile per chi come Antonio è schiavo di preconcetti e limitazioni mentali. Raphael lo condurrà, alla luce del Vedànta Advaita a effettuare un'opera di discriminazione fra "ciò che veramente è e ciò che soltanto appare", in modo da riconoscere in se stesso l'esistenza di una realtà assoluta. E' un graduale susseguirsi di fasi di ascesa che richiedono un pensare e un agire non più come ma in termini di unità e di sintesi: un rimuovere le sovrapposizioni al Sé per svelare l'identità con Quello e realizzare quel profondo messaggio delle Upanisad. "Tu sei Quello", che costituisce l'essenza e la sintesi stessa dell'insegnamento Advaita. Raphael usa i mezzi che via via ritiene più idonei: il dialogo realizzativo, la ricerca direzionata nella profondità del proprio essere, la spiegazione. quasi scientifica, di certi processi mentali che dia ad Antonio la possibilità di recidere alla radice la causa di ogni conflitto, finché della originaria incompiutezza non restano che le ceneri dalle quali egli sorge con la consapevolezza di essere Quello. Lungo tutto il dialogo. che per molti versi ricorda quello che si svolge nel Vivekacùdàmani di Sankara vi sono immagini e frasi che penetrano per la loro profondità e che Raphael sa porgere con quella saggezza che porterà Antonio ad affermare: «Ha la virtù di regalarmi la pace del cuore e di donarmi le cose più belle». E la chiusa del libro ci fa sentire vibrazioni di infinita dolcezza per un'alba annunciatrice dello splendore del meriggio: «... la cosa più bella per me è quella di vedere l'alba. Oggi ho vìsto ancora un'alba, una bellissima alba.». Il libro dovrebbe interessare una larga cerchia di lettori, perché tanti sono Moro che si trovano in condizioni simili a quelle di Antonio e molti sono quelli che. avendo in loro dei semi pronti al risveglio. cercano il mezzo per farli germogliare e fiorire. Inoltre questa opera dice a tutti che, stimolati da un'istanza di ricerca. pensano di non trovare in Occidente niente che soddisfi la loro sete di Verità e nessuno che li aiuti: «Ecco, avete a portata di mano, in casa vostra, chi vi mette a disposizione la propria esperienza e il proprio sapere per avviarvi all'ultima Verità». In sovraccopertina: l'Alba. |