Gli scritti raccolti in questo volume, in gran parte tradotti per la prima volta in italiano o proposti in una nuova traduzione aggiornata, appartengono ad un periodo (1902-1914) in cui il grande filosofo inglese, pur attendendo alla composizione delle sue opere più tecniche, manifesta anche interessi diversi, in seguito abbandonati. Ne emerge l’immagine di un Russell ben più poliedrico di quanto la successiva tradizione storiografica ci abbia proposto, capace nello stesso torno di anni di scrivere di storia, di matematica, di pedagogia e di cimentarsi nell’attività di romanziere. I saggi proposti consentono di apprezzare lo stretto nesso che connette, nella riflessione del filosofo inglese, lo studio della matematica, la contemplazione mistica e il desiderio di superare la propria individuale solitudine attraverso un sentimento di partecipazione universale che abbracci tanto la vita degli altri quanto la natura inanimata e la storia. Chiude il volume il noto saggio Misticismo e logica, qui proposto in una nuova traduzione, che, insieme all’abbozzo di romanzo Le perplessità di John Forstice, di due anni precedente, costituisce l’estremo tentativo di conciliare la sensibilità mistica con la mentalità scientifica, tentativo che non avrà più seguito nella successiva produzione del filosofo. |