“Nella silenziosa solitudine della sua splendida villa il comm. Giustiniano Lebano è tutto intento a dare gli ultimi ritocchi alla sua traduzione della Bibbia vivamente desiderata ed attesa dai dotti europei come quella che getterà piena luce sulla contenenza dei parlari arcani […]. Già il Lebano con altre sue pregevoli opere ha fatto comprendere, per quanto gli è stato possibile, in che modo vanno interpretati alcuni scrittori classici antichi, che, iniziati negli antri misteriosi, usavano il cosiddetto giano, ossia il linguaggio di due significati: uno per la plebe e l’altro pei savii. …”
In questo modo il Laurini (amico e forse discepolo di G. Lebano) presenta e fa pubblicare il Saggio del Volgarizzamento della Bibbia, sull’Irno di Salerno nel 1902.
L’audace traduzione del Lebano suscita la reazione di un tale ‘ignoto CP’, il quale pubblicherà sul quindicinale cattolico Il Buon Senso un agguerrito articolo (che pubblichiamo in appendice).
Non tardò ovviamente la risposta del Lebano che, di contro, pubblicò l’opuscolo Il randello, con l’intento di “battere” insieme all’ignoto Cp, tutta la turba dei grammaticonzoli, a partire da questo assunto:
Erano tre i Parlari nel vetusto.
Demotico era il primo, ed il secondo
Hieratico appellato, o pur giocondo;
Il terzo in Geroglifi avea l’augusto.
Ne Il Randello esamina dunque diverse scritture in chiave arcana, presenta anzitutto la sua tesi sui natali di Virgilio: Vergilio è Romano, non mantovano. Si dedica poi alla prima voce della Genesi, EN APXE, Nell’Arca Arcana, che “apre il proscenio al gran teatro della Archeologia arcana.” Tratta di filologia biblica con il Giona e dedica due capitoli al tema Degli Elisi: “son persuaso che tale voce scaturisca da Eli-isis che vale, come ho detto il Sole e la Luna, cioè la conoscenza generale e completa delle proprietà di questi due grandi luminarii dell’universo […] Da che parte più a proposito che El-lsi fosse la conoscenza completa di tutti gli effetti della luce Mistica.”
Non manca infine di ammonire i dotti:
« Guai a voi, o Dottori, che per essere Oti, o sacerdoti, vi usurpate le chiavi della scienza delle cose sacre, e proibite agli altri di penetrare dove voi non avete potuto intentrarvi! »
Ed all’ignoto Serfedocco, CP, il traduttore del Vangelo di Giovanni, dopo riportate le parole di Cristo, dice, la verità è di diritto divino,e niuno può opprimerla! |