Nell’immaginario collettivo, i conflitti che hanno insanguinato i secoli del medioevo e prima ancora le guerre combattute dalle grandi civiltà del passato, romana e greca in primis, sono ricordati come roboanti cariche di cavalleria o immensi schieramenti di uomini, luccicanti nelle loro armature di metallo, che, con gli stendardi variopinti al vento, si scontravano con clangore assordante in campo aperto... Schiere di ingegneri, carpentieri, falegnami, fabbri, genieri ed artiglieri seguivano le legioni in movimento, realizzando, spesso in loco, le necessarie macchine belliche, edificando forti per il presidio del territorio e predisponendo le opere edili necessarie ad affrontare assedi che a volte duravano anni. Con le invasioni barbariche e la caduta dell’impero romano, tale patrimonio di conoscenze, maturate in secoli di conflitti, assedi, contrassalti e difese cittadine, cade nel dimenticatoio. Sarà compito dei Bizantini, prima, e dell’incastellamento feudale, poi, ridare vita e nuovo smalto ai princìpi ed alle tecniche poliorcetiche di antica e classica cultura militare. |
Giovanni Todaro, giornalista, ha collaborato fra l’altro con i maggiori giornali nazionali, come “Panorama”, “Il Giorno” e le più importanti testate giornalistiche specializzate in storia. Per la RAI ha ideato e condotto un programma di divulgazione scientifica. Direttore di un museo storico-naturalistico e autore di testi letterari e scientifici, ha pubblicato libri sulla criptozoologia e sull’etnologia. Nelle sue opere, come è compito di un giornalista, cerca di spiegare, con parole semplici ed accessibili a tutti, argomenti solo apparentemente di nicchia. Nato a Milano. |