L'Autore avanza, in quest'opera, una tesi affascinante: la possibilità che un antichissimo gioco cinese, il wei-c'hi - meglio noto da noi con il nome giapponese di «go» - possa costituire un modello concettuale per l'azione politico-militare di una forza storica della Cina, come il Partito Comunista di Mao Zedong, più aderente di tutte le griglie di lettura estranee (politiche, sociologiche, militari) applicate dagli studiosi Occidentali.
I principi fondamentali, che Boorman enuclea dalla vasta letteratura sul wei-c'hi che ha studiato, sono sostanzialmente quattro:
A. il wei-c'hi è un gioco di lunga durata, in cui l'aspetto strategico è assolutamente prevalente sull'aspetto «offensivista», tipicamente occidentale;
B. la modellizzazione «wei-c'hi» della guerra è quella dì una «guerra a mosaico;
C. i concetti di «vittoria» e «sconfitta» diventano non soltanto «relativi», ma subiscono un ribaltamento di significato, poiché nel wei-c'hi il sacrificio di pedine, l'abbandono di posizioni, la ritirata, sono parte integrante dell'«offensiva»;
D. nel wei-c'hii la conquista di territorio e il gioco sulla periferia della scacchiera sono strategicamente cruciali rispetto a quelli nel centro della stessa.
Come si vede, questo libro spalanca uno scenario interpretativo di straordinario interesse, che connette in maniera magistrale il «wei-c'hi» o «go», la metafisica taoista che ne costituisce la radice, il pensiero strategico cinese basato sull'Arte della Guerra di Sun Zi, e mette concretamente alla prova le proprie tesi, con un'analisi appassionante, verificandole passo a passo su cinquantanni di storia cinese. Una novità interessante è costituita dalla prefazione di Roberto Tresoldi, che comprende una revisione aggiornata delle tesi dell'autore e un documento di eccezionale importanza: l'intervista alla studiosa cinese Nan Xi Jin, specialista di cinese classico e di cultura e civiltà della Cina antica che, oltre a rispondere a domande relative al permanere del pensiero strategico classico cinese nella cultura contemporanea, porta la propria testimonianza diretta dì figlia di uno dei ministri di Mao Zedong sul tema trattato. |