Il libro è il punto d’arrivo dell’elaborazione leggendaria intorno al viaggio compiuto fra il 629 e il 645 dal monaco detto Tripitaka, per recarsi dalla Cina all’India a raccogliere sutra buddisti. In effetti Tripitaka riportò in patria e tradusse una porzione considerevole dell’attuale canone buddista.
Ma già prima del 1000 circolavano leggende e cantafavole che facevano della spedizione di Tripitaka un’avventura fantastica. L’autore del Viaggio in Occidente raccoglie ogni fola e vi aggiunge tutti i miti correnti nel paese, miti indiani (contatti col Râmâyana) fortemente sinizzati, frottole di cantastorie, aneddoti popolari, detti e proverbi in quantità. Non basta: vi aggiunge parecchie invenzioni di tasca sua.
Il libro non è una collezione di materiali, ma è l’opera di una personalità spiccata. Al tempo dei Ming si leggeva nelle piazze; oggi il suo protagonista, Scimmiotto, è popolare come Topolino. |