Questa è una ricostruzione romanzata della vicenda di Ipazia, illustre studiosa di filosofia, matematica, astronomia e fisica, vissuta ad Alessandria d' Egitto all'epoca delle Invasioni Barbariche ed assassinata nel più orribile dei modi da un gruppo di fanatici, che in lei odiavano sia la Pagana non convertita alla nuova religione di Stato, sia e soprattutto la donna colta, che, adoperando la propria testa per ragionare, manteneva l'indipendenza di pensiero. Le opere di Ipazia sono andate distrutte e perdute. Nel romanzo compaiono, accanto alla documentazione storica anche personaggi e situazioni di fantasia (ad esempio, un fratello di Ipazia che sposa una Cristiana e si ribella alla famiglia, ed un fidanzato, Oreste il prefetto della città, che Ipazia non ebbe il tempo di sposare). Una seconda parte del libro narra invece le vicende delle due Auguste d'Oriente (Atenaide) e d'Occidente (Galla Placidia), guardando i fatti dell'epoca dal punto di vista delle famiglie imperiali e non del popolo (il ceto a cui appartenevano, sia pure con la loro altissima cultura, Ipazia e suo padre il grande studioso Teone). |