Il discorso cabalistico in 'Æsch Mezareph si avvale, com'è nella tradizione della Qabalah, del continuo riferimento ai versetti biblici, dell'uso, talora anche eccessivo, della Ghimatriah e del costante rapporto tra le Sephiroth e i metalli, con analogie a prima vista sorprendenti solo perché hanno la possibilità di essere comprese all'interno di una prospettiva alchemica. Mathnitin e Haschmatoth è un breve capitolo di appena nove fogli che riprende e analizza alcuni elementi trattati nel corpus principale dello Zohar. Vi si accenna al mitico Shamir, il quale, secondo la mitologia ebraica, ma senza certezza per la traduzione, sarebbe una sorta di «verme» leggendario che tagliava le pietre per il Tempio. Altre fonti ebraiche lo indicano, al contrario, un mistico strumento usato da re Salomone per la costruzione del Tempio, al posto degli strumenti di ferro. Probabilmente il titolo Tossefta fu dato da qualche copista per richiamarsi alle Tosafot del Talmud, ossia a quelle glosse critiche ed esplicative, stampate sul suo margine esterno. |