Cabala e alchimia, yoga e spiritismo, teosofia ed occultismo, sogni e fantasie letterarie: ecco alcuni dei temi affrontati in «Alle frontiere dell’occulto», raccolta degli scritti esoterici di Gustav Meyrink (1868-1931), autore di indimenticabili romanzi come il «Golem», «La notte di Valpurga» e «L’angelo della finestra d’Occidente». Un volume che colma un vuoto, fondendo due antologie ormai introvabili, «Alle frontiere dell’Aldilà» (tradotto da Julius Evola) e «Il diagramma magico». Per capire la narrativa di Meyrink, come hanno scritto i suoi più acuti interpreti (da Jung a Zolla, da Scaligero a Evola), occorre affrontare anche la sua visione del mondo, antimaterialista e antiprogressista, a favore dell’immaginazione creatrice. Un viaggio andata e ritorno nell’Ignoto, in quel mistero che è il cuore della nostra vita. Tutte tematiche presenti in questo libro che, oltre alle prefazioni dei curatori Gianfranco de Turris e Andrea Scarabelli, all’imponente corpus di note e alle appendici epistolari, è corredato da un saggio di Piero Cammerinesi e dalle incursioni pittoriche nell’Altrove di Danilo Capua, omaggio al genio di Gustav Meyrink. |