Questo studio non vuole essere una storia della massoneria e del socialismo descritte in un percorso parallelo, ma una ricerca sulle relazioni che intercorsero tra queste due entità, non soltanto analizzando i rapporti istituzionali diretti ma anche quelli umani che s’intrecciarono. Una relazione che contemplava origini comuni, affinità elettive e la convergenza su un obiettivo condiviso: la definitiva redenzione dell’umanità. Il fine era identico ma differenti erano i mezzi per raggiungerlo. Se in Italia il Partito socialista fosse stato autenticamente marxista probabilmente questa ricerca non avrebbe avuto motivo di esistere, poiché una rigorosa applicazione della lotta di classe avrebbe impedito qualsiasi rapporto con il mondo liberomuratorio, notoriamente aclassista. Invece il socialismo italiano fu la risultante di un percorso eclettico e la presenza al suo interno di una cultura evoluzionista rese possibile quella doppia appartenenza massonica-socialista che Guido Podrecca definì ironicamente «un dilemma molto cornuto». Per la stragrande maggioranza dei socialisti che chiedevano l’iniziazione e viceversa per i massoni che s’iscrivevano al partito, l’emancipazione del proletariato passava attraverso la lotta contro le ingiustizie e l’ignoranza, tramite un processo di affrancamento gradualistico costituito da riforme ma anche da una crescita personale raggiunta attraverso l’istruzione e la fraterna solidarietà. La domanda che emerse in quel contesto storico fu: tra un moderno partito di massa e una scuola iniziatica, per sua natura elitaria, è possibile una collaborazione? L’obiettivo che si pone questa ricerca è di contribuire a dare una prima risposta. |