La croce è da secoli l’emblema della tradizione religiosa propria della civiltà occidentale, anzi, per più di duemila anni, o almeno finché gran parte dell’Occidente non ha deciso, mosso da fini coscienti o da impulsi inconsci (e le analisi di questi motivi potrebbero essere inesauribili), di rimuovere, decostruire o esplicitamente distruggere gran parte dei fondamenti stessi della sua cultura,
ne è stata il simbolo per eccellenza.
La croce però non appartiene in modo esclusivo al cristianesimo e alla storia degli emblemi occidentali; e anche se questo può apparire ormai un concetto acquisito, è molto meno evidente il senso profondo del suo simbolismo universale.
Guénon come sempre ricerca i concetti spirituali e metafisici che le figure simboliche esprimono, i princìpi intangibili nascosti dietro alle raffigurazioni materiali.
Li analizza con una precisione vertiginosa, sorretto dalla sua conoscenza diretta delle concezioni essenziali delle dottrine dell’Islam, dell’India, dell’ebraismo, di tutta la tradizione cristiana, ermetica e massonica e molto altro ancora.
Si rivela così una pluralità ricchissima di sensi simbolici che illuminano il significato stesso del nostro essere al mondo e degli scopi dell’esistenza umana.
In questi studi, però, il senso della condizione umana è inserito in una ricerca molto più vasta del significato dell’esistenza universale e delle modalità in cui si manifesta:
i diversi stati che, nella loro molteplicità, riflettono l’unicità del principio infinito dell’Essere. |
René Guénon - (Blois 1886 - II Cairo 1951), antropologo francese naturalizzato egiziano. Studioso delle antiche simbologie orientali e occidentali, ha sostenuto la tesi della comune origine di tutte le credenze religiose e delle pratiche rituali. Alcune delle sue opere dottrinali fondamentali saranno abbozzate nella rivista La Gnose, da lui fondata nel 1909 e che vivrà poco più di due anni. Incomincia a pubblicare i suoi libri nel 1921, e il suo lavoro di esposizione delle dottrine tradizionali si sviluppa a Parigi fino al 1930. In quest’anno parte per il Cairo, dove si stabilirà definitivamente; è in Egitto che la sua opera di chiarificazione dottrinale proseguirà per un ventennio, fino alla morte nel 1951. |