Ognuno di noi, più o meno consapevolmente, è alla ricerca della propria Pietra filosofale: un oggetto indefinito; a volte tangibile, altre volte etereo, ma comunque potente. Essa permetterebbe all’alchimista, e un po’ tutti noi lo siamo, di trasformare il vile metallo in oro, ovvero, di elevarsi spiritualmente, di raggiungere la purezza interiore e di avvicinarsi alla Conoscenza assoluta.
È il tesoro dei Templari, che morirono per difenderne il segreto. È il Sacro Graal di Re Artù e dei suoi cavalieri. È la Sacra Sindone, il Libro di Thot, è quel segreto, quel misterioso elemento capace di illuminarci e di avvicinarci alla Divinità, qualunque essa sia.
In molti hanno cercato questa “Pietra”, questa “Polvere di proiezione”, spesso con scarsi risultati. Alcuni alchimisti, coloro i quali tentano la trasmutazione degli elementi e di loro stessi, riuscirono ad avvicinarsi alla Verità, quella con la “V” maiuscola. Cagliostro, Saint-Germain, Nicolas Flamel, Fulcanelli, e molti altri, toccarono il cielo con le dita, ma scelsero di portarsi questo loro Sapere con sé nella tomba, nel rispetto di una legge, quella del silenzio, comune a molti adepti delle società segrete, come la Massoneria. Molte menti libere pagarono con la vita il loro desiderio di Verità. L’inquisizione, nel corso dei secoli, portò al rogo migliaia di persone, colpevoli solo di voler capire questo nostro mondo e le leggi della natura. Leggi che alcuni pochi eletti conoscono e hanno sempre conosciuto. Leggi esclusive, perché la Conoscenza è Potere e viceversa.
Quando scegliamo la strada ermetica del simbolo diveniamo alchimisti, perché ci impegnamo nella trasmutazione di una realtà semplice, nella quale regna l’apparenza, in un mondo più complesso, ma anche più completo, che è quello delle menti illuminate, di chi sapeva e ha voluto lasciare dei segni visibili del proprio passaggio. Uno degli obiettivi di quest’opera è proprio questo: sondare il mondo dei simboli, leggere con altri occhi e in maniera più completa la realtà, perché altrimenti, se ci fermassimo al mondo visibile, condanneremmo il nostro essere a una vita incompleta. È doveroso spingersi sempre oltre.
L’uomo, per sua natura, è portato a fare ciò, ma non è mai stato facile, perché i creatori di simboli, i custodi della Verità sono sempre stati gelosi di questa loro fortuna. Le società segrete si sono sempre tramandate questi segreti, permettendone la sopravvivenza nei secoli, ma in modo esclusivo ed elitario, quando invece la Conoscenza dovrebbe essere di tutti. Spetta quindi a noi inoltrarci in questo mondo oscuro, discendere negli inferi e riemergere alla luce, come fecero Dante e altri eletti, utilizzando i pochi mezzi in nostro possesso. Spetta a noi trovare la Pietra filosofale, cercandola nel mondo che ci sta attorno, ma soprattutto dentro noi stessi. |