Viaggio a IxtIan è il terzo libro [scritto nel 1972] in cui Castaneda racconta la sua iniziazione ai misteri dello sciamanesimo messicano, grazie agli insegnamenti di don juan Matus. Dopo A scuola dallo stregone e Una realtà separata, in questo libro - che narra la fine dell'apprendistato dell'autore, a più di dieci anni dal primo incontro con il maestro - si precisano e si sviluppano temi chiave come il «vedere» dello calavano, tanto più profondo del «guardare» quotidiano; o, condizione necessaria per «vedere», la capacità di «fermare il mondo», di interrompere cioè quel flusso di immagini che costituisce la nostra ordinaria interpretazione delle cose, e consentire a una nuova descrizione del mondo - quella appunto dello sciamanesimo - di sconfiggere, almeno per un istante di totale lucidità, il dogmatismo della realtà quotidiana; o, ancora, il «potere» che consente all'iniziato di controllare il mondo nelle sue manifestazioni più profonde. La via -occidentale» alla sapienza, perseguita con coerenza da Castaneda nel corso dei decenni, si incarna in questo libro nella figura dei «cacciatore», l'uomo «senza abitudini, libero, fluido, imprevedibile » proposto come modello di vita a ciascuno dei numerosissimi seguaci del maestro scomparso nell'aprile 1998.
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