In Occidente è rimasta ben poco di quella che un tempo fu una "scienza cosmologica", e quel poco viene spesso male i intenso pensiamo al Boll, per esempio, quando parla «della religione astrale e delle credenze astrologiche orientali" e quando si meraviglia che "il poeta delle costellazioni e dei pronostici del tempo, Arato, ignora completamente l'astrologia: eppure la stessa popolazione del suo poema è un indizio della crescente attenzione rivolta dai Greci al cielo stellato». Ma è proprio la detta «popolarità» e la stessa definizione data di Arato: "poeta delle costellazioni", che dovrebbe far riflettere sul fatto che si tratta proprio di Astrologia, ma certo non ancora resa mutila dalla sua limitata e discutibile applicazione "genetliaca" www.libriepensieri.eu |