"Furon chiamati così i sacerdoti incaricati d’interrogare, mediante l’interpretazione di segni naturali, che costituivano gli auspicii, la volontà di Giove intorno ad atti determinati. Se gli Dei non consentono, ed è estraneo allo spirito della religione romana, di indagare e conoscere il futuro essi non disegnano di concedere o negare il loro assenso alle azioni umane, prima che vengano intraprese, inviando segni, che regole tradizionali determinino ed aiutino a rivelare. Custodi di queste regole, il cui complesso forma la scienza degli auspicii, sono, per la natura stessa del loro ufficio, gli augures" (...)
Così esordisce il testo di Vittorio Spinazzola, figura di importante studioso che operò a cavallo tra i secoli XIX e XX, punto di incrocio tra la cultura filologica e archeologica. |