Ne La tempesta di Alberto Moravia un amore sopito ma non dimenticato riemerge e si impone. In che modo? La geometria della narrazione affida al caso il movente della vicenda: un uomo e una donna, Luca e Marta, che s'erano amati e poi lasciati, si ritrovano dopo qualche tempo e questo incontro, che prepara alle loro vite una nuova svolta, una soluzione imprevedibile, riapre un dialogo dapprima carico di annoiato imbarazzo, poi via via sempre più teso fino a divenire comunicazione. Come sempre in Moravia, anche ne La tempesta, che pur avendo la dimensione di un racconto lungo, importano soprattutto i processi interni analizzati nei loro capovolgimenti, contraddizioni, ansie, indifferenze. Marta e Luca, Nora e Riccardo, il quartetto dei protagonisti, sono inquadrati in un divenire costellato di me¬schinità e di ripicche, ma anche di senti¬menti che lì trasformano da personaggi in persone della quotidianità.
Non sorprende affatto il ritrovare qui motivi cari a Moravia, quali la maternità, il rapporto conflittuale tra personaggi femminili, l'analisi delle varie estrazioni sociali ed il loro riflesso sui comportamenti dei personaggi. Luca ad esempio, l'eroe triste de La tempesta, nelle sue modeste origini trova la forza dì una dignità dapprima orgogliosa, poi coraggiosa, poi addi¬rittura da eroe di una certa tradizione ro¬manzesca; Bosso, il vinto beffeggiato ma forse ancora beffardo e in agguato, anch'egli venuto dal niente, ostenta in maniera pacchiana la ricchezza, anzi il potere che ha conquistato, con l'atteggiamento dell'allegro buontempone, del factotum stracarico di paternalistico buon senso. Ma forse le figure più emblematiche, su cui il lettore dovrà soffermare meglio la sua riflessione, sono Giovannino, il bimbo ancora poppante, osservatore ignaro di quanto gli accade intorno e di quel che gli piove addosso, con il contrappunto di pianti, sorrisi, silenzi; e Marta con la sua falsa, disperata passione, Marta che ha qualcosa di donnesco e di adulto, Marta che non vuole essere lasciata libera di scegliersi il suo destino, dibattuta e combattuta tra il rinato amore di Luca, le allettanti promesse di Riccardo Bosso, la perfida razionalità di Nora.
La tempesta' ha un lieto fine. Ma si badi bene, non è il lieto fine che riscatta e consola, come si potrebbe essere indotti a credere; al contrario, esso costituisce l'integrazione di un'etica crudele, quasi inevitabile nell'arte di chi, come Moravia, vuole afferrare il reale in tutte le sue sfaccettature. …
Gianfranco Rossi
Pagine 65 - Pellicanolibri 1984 |