Questo libro descrive lo Zen dal punto di vista dello Zen, e non attraverso una progressione di fatti ed eventi del passato ordinati in maniera corretta da un punto di vista meramente accademico. Un criterio storico, infatti, per quanto utile possa essere per comprendere come certe forme esteriori si siano evolute, si lascia sfuggire ciò che nello Zen è essenziale.
Chi intraprende il cammino spirituale dello Zen lo fa per trovarvi risposte alle domande esistenziali più profonde: Chi sono io? Cosa sono la vita e la morte? Qual è il senso della vita?
Chi crede, quindi, di poter arrivare al cuore dello Zen con un approccio di tipo intellettuale ed erudito, potrebbe finire come quel tale che, in una celebre metafora del Buddha, era stato colpito da una freccia: prima di permettere a un medico di estrarla pretende di sapere chi l'ha tirata, quanti anni ha, qual è la sua posizione sociale e così via. E così facendo, muore a causa della ferita prima ancora che lo si possa aiutare.
Diversamente il testo di Schuhmacher illustra lo Zen attraverso le sue storie che ne hanno tramandato il sapere: non storie fatte per scrivere la Storia, ma per avere un effetto su di noi e per mettere in moto qualcosa dentro di noi in questo istante. Attraverso i millenni, i maestri Zen hanno perfezionato e applicato questo raccontare storie come un “abile strumento”, un metodo per farci sbattere il naso su quello che abbiamo effettivamente davanti al naso, e che pure non vediamo. Per questa ragione, le storie sono riportate dall'Autore così come la tradizione stessa le racconta, senza il dubbio professionale dello studioso.
120 pagine - 10 illustrazioni |