E appunto in nome della Chiesa e a vantaggio della religione che avevano sempre difeso, i cavalieri del Tempio furono riammessi, dal Papa e dal primo re Angioino, a godere i loro possedimenti nel regno di Sicilia sequestrati precedentemente dagli Svevi; ma č anche vero che questi beni, vasti" e numerosi, dovettero attirare non poco l'attenzione di coloro che con belle parole li riconcedevano, esaltando il valore militare e la grande fedeltą di questi Cavalieri. Certamente l'Ordine del t Tempio nel regno di Sicilia, tolto il sequestro, si trovņ padrone di molto denaro, di molte case e di molte terre, mentre il Papa e il nuovo Re erano esausti abbastanza per le guerre combattute, e sentivano potente il bisogno di ricorrere all'aiuto di chi godeva grandi ricchezze, forse
anche superflue. Di qui facilmente la piena facoltą concessa di avere liberi e franchi i loro beni sequestrati prima dagli Svevi, ma anche di qui il principio di quegli avidi sguardi verso le ricchezze smisurate dei Cavalieri Templari, per cui quarant'anni piś tardi dovevano precipitare all'ultima rovina. |