In questo saggio si intende decifrare, sulla base di un codice simbolico di cui viene a mano a mano mostrata l'universalità, lo zooforo del Battistero di Parma, cioè quella serie di settantanove figure (e anche di questo numero l'Autore cerca di dare una ragione) che circonda l'edificio sacro. La lettura di tale sequela di figure - nella quale si avvicendano, in una ridda fantastica, animali fantastici e mostri - costituisce, secondo l'Autore, "un viaggio iniziatico attraverso il cosmo… un pellegrinaggio spirituale verso la Terra Santa". Nel corso di tale viaggio, che si conclude con quel medesimo simbolo del Veltro che apparirà un secolo più tardi nella predizione dantesca, incontriamo le immagini della lonza, del leone, della lupa (…) incontriamo l'uomo, il leone, il vitello e l'aquila (…) Eracle e l'asino, emblemi di due forze che si scontrano in una battaglia di cui viene messo in luce il significato sul piano storico: la battaglia tra ghibellinismo imperiale e guelfismo. ("Parma mese", III, 10, ottobre 1978) |