Attribuito a Hermes, nome greco del dio egizio Toth, protettore degli scribi e maestro di ogni sapere, il Corpus Hermeticum è una raccolta di diciotto brevi trattati mistico-mitologici redatti in greco e databili alla tarda età ellenistica, ricchi di canti e inni religiosi, cui si aggiunge un lungo dialogo intitolato Asclepio pervenutoci solo nella versione latina.
Testo complesso e affascinante, il Corpus Hermeticum rappresenta un'originale interpretazione mistico-teologico-filosofica della realtà umana, vista come manifestazione stessa del divino. Molti sono i temi in comune con le altre filosofie e religioni misteriche: l'opposizione tra anima e corpo, il valore della contemplazione che porta all'estasi e, non ultimo, l'origine divina dell'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio.
Al pari del neoplatonismo, dello gnosticismo e della mistica ebraica, il Corpus Hermeticum esercitò un forte influsso non solo sulla nascente speculazione cristiana e sui Padri della Chiesa, ma anche su numerosi filosofi ed eruditi dal Medioevo al Rinascimento che li consideravano la rivelazione dell'arcana sapienza degli antichi.
La studiosa Valeria Schiavone ripercorre nell'introduzione la storia della fortuna che questi testi hanno avuto nel pensiero di intellettuali come Marsilio Ficino, Paracelso e Giordano Bruno, e ne analizza i nuclei tematici fondamentali |