Percorrere in tutto o in parte l'eredità mitica e simbolica dell'Occidente vuol dire camminare in questo sentiero sincretico dove il sincretismo diviene non una filosofia ma quella filosofia che non si limiti ad amare la Conoscenza ma che ambisca a possederla. Il sincretismo, ci insegna Zolla, è la parificazione tra le religioni o tra le filosofie o anche tra filosofie e religioni. Infatti le distinzioni fra sistemi e fedi appaiono dovute ad un punto di vista troppo ravvicinato: per ogni ente esiste un'angolazione dalla quale esso cessa di distinguersi da ciò che lo circonda e delimita.
"Ut unum sint" – che vuole essere un viaggio in questo patrimonio di segni e indicazioni – nel suo riferimento all'enciclica papale allude, polemicamente, ad una Unità che non riguardi solo la cristianità ma l'umanità tutta, essendo chi scrive convinto, con Zolla, che "ogni vita comporta un'invisibile interiorità che ne è la sostanza. Per coglierla, occorre un aggiramento delle apparenze sensibili, un balzo controcorrente, quale fa il salmone". |